Confisca in Europa, ora si può
Articoli 13/03/2012 Lorenzo Bodrero 0
L’Europa stringe il cappio intorno al collo delle organizzazioni criminali. La Commissione Europea, per voce della Commissaria agli affari interni Cecilia Malmstrom, ha proposto ieri una nuova direttiva per allargare a livello europeo lo strumento della confisca dei patrimoni criminali. La confisca andrebbe a colpire quelle organizzazioni che, solo in Italia, sono responsabili di un fatturato di 150 miliardi di euro nel solo 2011. A livello globale, invece, le Nazioni Unite stimano i profitti criminali in 2.100 miliardi di dollari (circa il 3,6% del PIL mondiale). Fa da capofila il traffico di droga, con un flusso di denaro intorno ai 321 miliardi, a cui seguono i 42,6 miliardi generati dal traffico di esseri umani. Una mole di denaro spaventosa che inquina quotidianamente l’economia globale, altera gli equilibri finanziari, falsa il libero mercato e colpisce le fasce più deboli della popolazione.
“Dobbiamo colpire i criminali dove fa più male, ovvero i loro patrimoni, ed è necessario reintrodurre quei beni all’interno del circuito economico legale, soprattutto in tempi di crisi”, ha affermato la Malmstrom in conferenza stampa. Nel giorno in cui i capi stato dei Paesi Membri discutono se attuare o meno la tassa sulle transazioni finanziarie e in un periodo di forte crisi economica, la Commissione Europea da un giro di vite nella lotta alla criminalità. La direttiva europea si prefigge l’obiettivo di armonizzare le legislazioni di Paesi Membri nel contrasto alle organizzazioni criminali, facilitando la confisca dei beni in operazioni transfrontaliere e semplificare il quadro giuridico in materia. “La direttiva fornirà le forze di polizia e le autorità giudiziarie di strumenti adeguati per seguire la pista del denaro”, ha aggiunto la Malmstrom.
La direttiva giunge dopo anni di sforzi da parte di ONG, quali Libera e FLARE Network, e di parlamentari europei che della lotta alla criminalità a livello europeo hanno fatto il loro cavallo di battaglia. La capacità da parte della criminalità organizzata di riciclare denaro sporco all’estero sfruttando il divario giuridico tra uno stato membro potrebbe ora ricevere un colpo mortale. Il neo-presidente di FLARE, Franco La Torre, ha salutato “con grande soddisfazione la notizia della direttiva che si prefigge di introdurre uno degli strumenti più efficaci di repressione della criminalità organizzata. Colpire le mafie nel loro interesse principale, ovvero il profitto, è di capitale importanza per un contrasto adeguato”. La Torre inoltre sottolinea l’importanza di capitalizzare al meglio l’esperienza di Libera in Italia e di “introdurre nella Direttiva la possibilità di riutilizzare i beni criminali per usi sociali” che reputa “il vero valore aggiunto della legislazione antimafia in Italia”. Un tema, quest’ultimo, che sarà al centro dei dibattiti a margine della Giornata della Memoria organizzata da Libera e Avviso Pubblico in programma a Genova sabato 17 marzo.
Sono molte le novità introdotte dalla direttiva della Malmstrom, tra cui non solo l’esperienza portata dalla legislazione olandese oltre che quella italiana, ma anche la possibilità di attaccare i proventi di attività legate al cybercrime e corruzione. Signifcativa è, inoltre, la proposta di utilizzare la confisca “preventiva”, norma esclusiva della legislazione italiana a livello mondiale. Le principali normative della direttiva sono:
- estendere le regole per le confische dei beni, non limitandole solo a quelli legati ad uno specifico reato, ma all’intero patrimonio di origine criminale;
- rafforzare le norme per colpire i beni ceduti a prestanome;
- permettere i sequestri anche quando non è possibile arrivare ad una condanna del criminale perché morto, infermo o latitante;
- facilitare il congelamento precauzionale dei beni in attesa di una sentenza di conferma del sequestro.
- l’introduzione del concetto di ‘effettiva esecuzione’, nuovo anche per la legislazione italiana: permettere che la situazione patrimoniale dei condannati sia tenuta sotto controllo per anni, impedendo che il ‘bottino’ improvvisamente riappaia ed il criminale se lo possa godere
L’europarlamentare Sonia Alfano, relatrice lo scorso 25 ottobre di una risoluzione sul crimine organizzato nell’UE, si è detta “molto contenta” della direttiva lanciata dalla Commissione Europea e ha aggiunto che “la confisca di beni intestati a terzi, la confisca allargata, la confisca in assenza di condanna sono tutti strumenti già esistenti nel nostro ordinamento nazionale ma che necessitano di essere esportati e valorizzati in tutti gli Stati membri”.
La direttiva di ieri fa seguito a cinque decisioni quadro emanate dalla Commissione dal 2001 che si sono dimostrate, per stessa ammissione della Malmstrom, “inadeguate” nella lotta alla criminalità e “implementate in maniera incoerente” dagli Stati Membri. Quest’ultima iniziativa della Commissione Europea sulla carta ha tutte le potenzialità per colmare un vuoto legislativo di cui hanno approfittato per anni le organizzazioni criminali di tutta Europa. La palla passa ora al Parlamento Europeo.
“Ci auguriamo, inoltre, che un giorno la direttiva porti anche alla possibilità di destinare i patrimoni criminali ad un utilizzo sociale”, ha concluso Franco La Torre. Dello stesso avviso è l’europarlamentare Rosario Crocetta, il quale intepreta la nuova direttiva come un “passo fondamentale nella direzione giusta, ma l’Europa deve imporre l’utilizzo sociale dei beni sequestrati così come si fa in Italia. Quando le proposte arriveranno in Parlamento presenterò emendamenti in questo senso”.
Questo articolo è stato pubblicato su Narcomafie.
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