di Lorenzo Bagnoli e Lorenzo Bodrero
“L’Expo sta andando a puttane, tu cosa aspetti?”. #Expoerotomani (era tempo di lanciare un nuovo hashtag dopo gli #expottimisti e i #noexpo) e qualche settimana fa è nato il sito-burla www.escortforexpo.it. Dopo i 18mila volontari, i 440 del servizio civile e gli (appena, dicono i detrattori) 640 assunti dalla società, ecco il sito che recluta prostitute e clienti della fiera universale di Milano. Per finta, naturalmente, anche se qualche boccalone pare dubitarne. In fondo al sito web viene sottolineato – se ce ne fosse bisogno – la completa estraneità dei goliardici con la società di via Rovello.
Burla a parte l’afflusso di professioniste del sesso in occasione dell’Esposizione è una cosa seria, e ad accogliere i più di 20 milioni di turisti che si stima arriveranno nei sei mesi da maggio a ottobre, ci saranno prostitute per tutte le tasche: dalle escort di lusso, che soddisfano i loro clienti direttamente
negli alberghi, fino alla prostituzione di strada, le cui protagoniste sono tutte vittime di tratta.
Dietro questo business, come sempre, ci sono storie di violenza, che arricchiscono le organizzazioni criminali che se ne occupano. Secondo una stima elaborata a febbraio dal Coordinamento lombardo antitratta, saranno almeno 15mila le nuove “sex worker “che arriveranno a Milano per prepararsi al grande evento. Provenienza: soprattutto i Paesi dell’est Europa, meglio se membri dell’Unione Europea. Durante i Mondiali in Brasile della scorsa estate, Milano s’è svuotata delle sex worker sudamericane, rientrate in patria per esercitare durante il grande evento. Al contempo, però, sono cresciuti i nuovi arrivi, soprattutto dall’Albania. Il 56% dei controlli fatti dall’associazione antitratta milanese Segnavia, guidata dai Padri somaschi, ha coinvolto donne appena arrivate sulla piazza lombarda.
Da quando l’Istat ha incluso nei suoi conteggi anche il mercato nero di sesso e droga, il Pil italiano ha fatto un balzo del 3,7%. Nel 2010 la stima della Commissione parlamentare affari sociali era di un mercato da 5 miliardi di euro e 9 milioni di clienti. Giro d’affari che resta però confinato al mercato illegale. Al contrario, altri Paesi ne hanno fatto una risorsa e gestendolo come un settore di commercio a pari di altri, sfruttando i grandi eventi. Vedasi, per esempio, la Germania nel 2005, quando ai Mondaili di calcio mancavano dodici mesi. Anche in quel caso le associazioni antitratta e gli esperti stimavano che il mercato del sesso avrebbe avuto un boom. E Berlino s’è premunita aprendo il bordello più grande d’Europa: Artemis, la casa chiusa con wellness. L’imprenditore dietro al progetto è un turco-tedesco, Haki Simsek, che l’ha messo su con 5 milioni di spesa. All’indomani della sconfitta con l’Italia nella semi-finale l’imprenditore dichiarò ai media tedeschi: “So che non dovrei gioirne, ma la sconfitta della Germania per il business è stata pazzesca”. Evidentemente migliaia di tedeschi hanno sfogato le loro frustrazioni tra le lenzuola dell’Artemis. E il bordello ha avuto la benedizione anche di Hydra, il sindacato delle prostitute tedesche: la filiera di provenienza delle prostitute è chiara e non alimenta cartelli criminali, così come chiare sono le condizioni igieniche e lavorative.
“Oggi sono tornate le ‘schiave del sesso‘, grazie alla tratta e a varie altre forme di sfruttamento globale del corpo femminile (e non solo). E soprattutto oggi ci sono vari gradi e livelli di prostituzione che hanno bisogno, a mio parere, di approcci differenti. C’è la migrante ‘trafficata’, ci sono le prostitute ‘locali’ – donne che spesso hanno subito abusi e stupri o che vivono in condizioni di disagio sociale – ma c’è pure la escort di lusso o la ragazza che esercita il ‘mestiere’ solo per un tempo limitato, magari per pagarsi un viaggio o addirittura gli studi” , scrive in un articolo pubblicato su ingenere.it Maria Rosa Cutrufelli, giornalista e scrittrice.
La dinamica uomo (cliente) donna non è solo quella tra vittima e carnefice, quindi. Ad aprile 2011 al Festival dell’economia di Trento il giornale online ingenere.it aprì alla discussione: la prostituzione va legalizzata o no? Il pubblico per il 70% rispose di sì. E oggi forse il mercato del sesso sarebbe un altro di quei settori su cui puntare, con l’arrivo di Expo.
Questo articolo è stato pubblicato su Wired.