di Lorenzo Bagnoli e Lorenzo Bodrero
Sfruttamento o opportunità? Non c’è scampo: il lavoro ad Expo, alla fine, si declinerà in uno di questi due modi. La battaglia di cifre a difesa di entrambe le tesi è cominciata da mesi.
A tanto entusiasmo rispondono i giovani candidati ad un posto nella Spa organizzatrice dell’evento: in tantissimi hanno rinunciato al posto. L’intero processo di ricerca, formazione e gestione del personale è gestito da Manpower, società che nel maggio 2014 si è aggiudicata l’ambito appalto.
Al polverone alzatosi all’indomani dell’articolo de Il Corriere della Sera che titolava Turni scomodi per lavorare all’Expo, otto su dieci ci ripensano secondo cui otto offerte di lavoro su dieci sono state rimandate al mittente causa stipendio troppo basso, l’ufficio stampa di Expo è corso ai ripari con un comunicato chiarificatore il 23 aprile:
“Le assunzioni (ormai completate) di giovani con incarichi temporanei sono: 406 apprendisti, con un’età media di 26 anni e con una retribuzione netta mensile pari a circa 1.300 euro; 247 team leader, con un’età media di 36 anni e con una retribuzione netta mensile di circa 1.700 euro; 82 stagisti con un rimborso mensile, come da accordo sindacale, di 500 euro”.
In tutto, 735. Poco, appena il 4% in confronto ai 16mila volontariche saranno sul sito. Il tetto massimo per il numero di personale non retribuito è stato stabilito dopo una lunga trattativa con i sindacati. Inizialmente la quota era fissata a 20mila poi il timore che montasse la polemica ha fatto retrocedere la società.
Il rapporto tra i sindacati e la società Expo è stato un continuo alti e bassi. A pochi giorni dall’apertura dei cantieri, siamo ai ferri corti. Colpa della giungla contrattuale che in cui si dovranno districare i dipendenti dei padiglioni stranieri. “Non c’è nessuno ad Expo che voglia prendersi la responsabilità di fare un tavolo di trattativa con i padiglioni stranieri”, spiega Antonio Lareno, responsabile di Expo per la Cgil. Il referente avrebbe un nome e un cognome: Davide Sanzi, responsabile delle risorse umane per Expo.
Il commissario unico dell’esposizione universale Giuseppe Sala ha provato a spegnere la polemica sul nascere il 10 aprile:
“La società Expo ha preparato un albo dei lavoratori già accreditati a cui possono accedere i padiglioni stranieri, ma non c’è nulla di prescrittivo: è una libera scelta seguire le linee oppure no”.
Nessuno, dunque, può obbligare il commissario di un padiglione a seguire una certa tipologia di contratto oppure un’altra. Non ci sarebbe problema, se solo non fosse già trapelata la notizia che le agenzie interinali stanno offrendo il pacchetto completo dei lavoratori ai padiglioni, assicurando un contratto negoziato per i lavoratori delle fiere non dai sindacati confederali, ma dal Confsal, una sigla minore.
Un incontro non definitivo è avvenuto ieri tra i rappresentanti sindacali, le associazioni Assolavoro e Assotemporary, Expo Spa eManpower, con lo scopo di chiarire quanto più possibile gli aspetti contrattuali dei lavoratori. I sindacati hanno espresso il timore che Expo utilizzi contratti “al ribasso con picchi del 30%“, ben diversi da quelli collettivi nazionali. Presente per la Cgil anche Antonio Lareno: “Lo diciamo da un pezzo che il contratto proposto dalle agenzie interinali è quello che noi chiamiamo un contratto ‘pirata’. Ci incontreremo nuovamente tra pochi giorni ma da Expo sono stati chiari, l’accordo già trovato con Cisl e Uil verrà rispettato”.
Stimare quanti rischiano di finire con queste regole contrattuali è impossibile.
“Non sappiamo nemmeno quanti siano già stati presi dai padiglioni, figuriamoci quanti con questo contratto”, commentaRenato Zambelli, responsabile Cisl per Expo alla Commissione consiliare congiunta Politiche del lavoro ed Expo l’8 aprile.
Un déjà vu. Sembra di essere tornati ai tempi del Protocollo Antimafia per le aziende costruttrici dei padiglioni: allo sforzo profuso dai sindacati perché le aziende firmassero l’accordo non era corrisposta altrettanta solerzia dei commissari della società per far firmare il contratto. Alla fine quella partita si è chiusa con un superlavoro di Anac e Prefettura per bloccare ben 5 aziendecon un’interdittiva antimafia su sei paesi firmatari il protocollo di legalità.
Intanto la società Manpower ha rilasciato un comunicato a seguito dell’incontro di oggi:
“In data odierna 27 aprile ManpowerGroup ha partecipato insieme ad altre agenzie per il lavoro di Assolavoro all’incontro con le organizzazioni sindacali promosso da Expo nell’ambito dell’osservatorio: nel corso di questo incontro ManpowerGroup ha fornito tutte le informazioni richieste relative le tipologie contrattuali adottate per i contratti di somministrazione. Per tutti i contratti attivati per la Expo spa è stato utilizzato, come previsto dall’accordo con le organizzazioni sindacali a suo tempo sottoscritto, il Ccnl del settore dei servizi. Per tutti i contratti attivati per conto dei Paesi espositori sono stati adottati i contratti applicati dall’utilizzatore finale nel pieno rispetto della normativa vigente in Italia”.
Questo articolo è stato pubblicato su Wired.