Un italiano attrezzato Un italiano attrezzato
Al massimo, invece dei soliti venti minuti ne impiegherò venticinque... Apro la porta. Che spettacolo! L'ultima volta che avevo visto uno spettacolo del genere... Un italiano attrezzato

Le sette e mezza del mattino. Un freddo cane. Va bene abbassare la stufa a gas prima di andare a dormire, in modo da diventare un tutt’uno con la coperta, la migliore delle amiche, ma questa volta ho proprio esagerato. Tuttavia il freddo è piu pungente del solito. Cos’è? Barcollo fino alla finestra, semiapro l’occhio destro (quello meno debilitato dalla miopia), metto a fuco in profondità… per la miseria! D’accordo essere in nord Europa, ma quei trenta centimetri di neve chi li ha messi per strada, sui tetti, sui marciapiedi, sulle macchine, sulle bici, sulla MIA bici, sugli alberi nel solo tempo di una notte?! Non mi scompongo più di tanto.

Scendo per fare colazione, maledico il pirla-architetto-olandese che ha progettato questa casa senza fornirla di riscaldamento centralizzato, metto due fette di pane nel tostatore e, mentre spalmo il burro sull’unica fetta vergine, penso. Vado a scuola in bici comunque? o vado a piedi fino alla stazione e prendo l’autobus? Mhmmm… due fette di pane con burro e marmellata e una con la Nutella, succo d’arancia e gelone ai piedi. Il mio cervello comincia a mettersi in moto quando termino di addentare quella con su la Nutella.

Ma quale autobus! Sbircio ancora dalla finestra. Un tizio pedala, sembra saldo sul manubrio e procede diritto. Zero autobus! Il che non solo fa lievitare il mio ego ma mi regala qualche minuto in più, essenziali per spalmare un paio di cremine anti-rughe-gelo sul mio visino. Andiamo.

Al massimo, invece dei soliti venti minuti ne impiegherò venticinque… Apro la porta. Che spettacolo! L’ultima volta che avevo visto uno spettacolo del genere ero alto un metro e … un metro e basta.

Penso nuovamente (grazie Nutella!): «Quasi quasi corro su a prendere la macchina fotografica e scatto qualche foto». La luce del mattino, insieme a quella del crepuscolo, è ideale per fare delle foto.

Continuo a pensare (maledetta Nutella): «Se mi metto a fare delle foto arriverò tardi. Io odio arrivare tardi. Soprattutto perchè non sopporto quando gli altri sono in ritardo. Soprattutto qui. “Ecco l’italiano. Solo 10 minuti in ritardo oggi”. Non mi avrete. Le foto le posso scattare più tardi».

Il rumore delle ruote sulla neve è lo stesso che emettono i carboni ardenti in un camino. Un fiacco e leggero scoppiettio. E’ piacevole pedalare sulla neve, se non fosse che la tua ruota anteriore deve necessariamente seguire il sottilissimo solco segnato dal ciclista che ti precede, se non vuoi finire col culo per aria; se non fosse che devi abbandonare le piste ciclabili per pedalare sulla strada normale, più battuta, notoriamente, soprattutto qui, territorio di caccia per le sole automobili; se non fosse che fiocca che Dio la manda e io non ho più la mia giacca invernale, né i miei guanti e il mio berretto, cortesemente “presi in prestito” la sera prima da un enorme pirla ciondolone olandese biondo probabilmente troppo ubriaco per accorgersi che quella non era la SUA di giacca; se non fosse che l’unica salita in tutto il Paese la devo percorrere io (questo è davvero impossibile, contro vento e sulla neve… e chi sono?!).

Sono arrivato. Cinque minuti in più del solito. Come previsto. Provo a tirarmi un paio di schiaffi (l’effetto della Nutella è terminato), non saprei dire se per provare a rianimare le mie mani o i muscoli della faccia. Abbasso lo sguardo. Sono tutto bianco! Che figata! e sorrido (forse la Nutella dovrei portarmela appresso..). Puntuale come un italiano in Olanda che non vuole dare animo a banali luoghi comuni nei suoi riguardi. Dopo le due ore di lezione scendiamo per prenedere una “gustosissima” tazza di caffè e nel giro di pochi minuti apprendo una cosa che fa tremare dalle fondamenta il mio castello di lodi tessute negli ultimi tre anni nei confronti del paese Olanda.

Il servizio degli autobus è sospeso. Il comune non è sufficientemente attrezzato per una nevicata di tale portata. Prego?? Volete dirmi che gli olandesi non sono ATTREZZATI? che sono stati colti di sorpresa? E si. Lo dimostra il fatto che ci sono metà degli studenti oggi all’università. Però. Ha proprio ragione una mia amica. Devo smetterla di prendermela con l’Italia. Mi vien voglia di urlare: «Mi mancano le città d’arte! la fantasia! la nostra creatività! mi manca il contatto fisico con la gente!!!». Taccio invece. Sorseggio il “caffè” e rimugino sulla mia impresa mattutina.

Sono nuovamente a casa. E penso. Foto? Mhmmm… non è più la stessa cosa. C’è qualcosa di diverso nell’aria. Farei delle foto banalissime. «Shit! Carpe diem Lore! Perchè non le hai fatte stamattina?! Al diavolo gli italiani ritardatari! I luoghi comuni si chiamano così perchè qualcuno ancora li mantiene tali!».
Dannata Nutella.

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