Calcio e big data, il Verona è campione nello spendere bene Calcio e big data, il Verona è campione nello spendere bene
Nella speciale classifica del centro Irpi per confrontare euro investiti con gol fatti, Verona e Torino brillano, mentre le grandi squadre, dal Milan, all’Inter... Calcio e big data, il Verona è campione nello spendere bene

C’è una speciale classifica nel campionato italiano in cui, per una volta, la Juventus non ha dominato. È quella della “performance“, calcolata rapportando i punti fatti al valore della rosa e tenendo conto degli introiti per i diritti TV.
La nostra classifica è un gioco, certo, ma il valore che si ottiene rende l’idea su quali squadre hanno speso meglio i propri soldi nei cinque principali campionati europei nelle ultime quattro stagioni. Seria A compresa

Vuol dire che il Verona, con una rosa del valore di appena 38 milioni di euro e con entrate per diritti TV piuttosto basse, ha superato se stessa.

Discorso simile per il club guidato da Urbano Cairo. Il presidente granata sembra infatti aver trovato la formula giusta per abbinare i risultati sportivi (settimo piazzamento lo scorso con anno con accesso all’Europa League e nono nella stagione appena conclusa) a spese ridotte. Al contrario di Milan e Inter, per esempio, che con rose di tutt’altro calibro e incassi per diritti televisivi da prime della classe hanno deluso, totalizzando una performance di 0,57 e0,55 rispettivamente. Alle milanesi fanno compagnia Roma,Napoli e Fiorentina, con la squadra partenopea addirittura penultima a conferma della stagione estremamente deludente considerate le potenzialità.

Se si esclude la lotta per lo scudetto (in realtà mai davvero iniziata), quello di quest’anno è stato certamente un campionato equilibrato, con ben 14 squadre su 20 con una performance superiore allo 0,5.

Top players uguale migliore classifica?

La seconda analisi prende in considerazione il valore della rosa di ciascuna squadra e il corrispondente piazzamento finale in classifica. L’obiettivo del gioco è semplice: capire se esiste una relazione diretta tra il valore dei giocatori di una squadra e il posizionamento a fine campionato.

L’equazione regge per pochi club, tra cui certamente la Juventus. Il club guidato da Andrea Agnelli ha ottenuto il massimo in campionato nelle ultime quattro stagioni. Non poteva andare diversamente, vista l’enorme differenza del valore delle rose con le dirette concorrenti. Un percorso simile nelle ultime tre stagioni lo ha avuto la Sampdoria: ad un graduale aumento della spesa per offrire al tecnico di turno una rosa più valida ha corrisposto un costante miglioramento del piazzamento finale, dalla serie B nel 2012 fino al settimo posto raggiunto quest’anno.

Simile ma con risultati opposti è l’andamento del Milan. Una seppur minima ma graduale riduzione della rosa ha portato i rossoneri ad una posizione in classifica sempre più lontana dai vertici nelle ultime quattro stagioni. Singolare è invece il caso della Lazio. I biancolesti negli ultimi quattro anni hanno potuto contare so una formazione di tutto rispetto, riuscendo però a capitalizzarne le vere qualità soltanto con il terzo posto dell’ultima annata, dopo dei deludenti 9° e 7° posto.

Chi però merita il titolo di miglior “ottimizzatore” sono Genoa eTorino. Il Grifone ha costantemente scalato posizioni in classifica (fino a conquistare l’accesso, poi revocato, all’Europa League) riuscendo nello stesso tempo a diminuire il costo della rosa. Non troppo diverso il percorso dei granata: ad un valore pressoché costante nel tempo, nonché molto contenuto, dei propri giocatori ha accompagnato un netto miglioramento della classifica, dalla serie B fino all’ingresso in Europa la scorsa stagione.

Insomma, chi vuole rendere felici i propri tifosi spendendo poco si rivolga a Preziosi o a Cairo.

Questo articolo è stato pubblicato su Wired.

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